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Canto corale di Pace per il mondo, contro ogni Guerra

Yajña e Mahā-mantra a Govardhan – 4 maggio 2025
di Marco Ferrini
Il 4 maggio 2025, ho avuto il dono di condividere con molti di voi – sia in presenza che online – un’esperienza intensa e profondamente trasformativa: il Canto corale di Pace per il mondo, contro ogni Guerra, svoltosi presso Govardhan, il dipartimento di Agricoltura Didattica ispirata all’Ayurveda del Centro Studi Bhaktivedanta.
Insieme, abbiamo celebrato uno yajña e recitato coralmente il Mahā-mantra, in un’atmosfera carica di sacralità, con il cuore rivolto alla guarigione del pianeta e alla pacificazione della coscienza collettiva.
 L’energia che si è sprigionata da quell’offerta condivisa ha confermato, ancora una volta, quanto il canto devozionale e il rito sacro possano toccare corde profonde dell’anima e aprire orizzonti nuovi, individuali e sociali.
Una riflessione necessaria: perché parlare di pace oggi?
Viviamo un tempo attraversato da molteplici forme di guerra: militare, culturale, ambientale, psicologica.

Eppure, proprio per questo, la pace non può più essere solo uno slogan. Deve diventare una scelta consapevole e spirituale, radicata in una visione integrale dell’essere umano e del cosmo.
Durante l’intervento che ho condiviso con voi, ho voluto sottolineare un punto a mio avviso cruciale: il nesso profondo tra nichilismo e conflitto.
 Laddove si esclude Dio, si perde anche il senso del sacro nella vita, nell’altro, nella natura. E dove tutto è ridotto a calcolo e potere, la guerra diventa “normale”.
La visione Vaishnava: la pace come coscienza spirituale
La Bhagavad-gītā (15.7) ci ricorda che ogni essere è ātmā, scintilla divina.
 Questa verità dissolve ogni ideologia di separazione e ostilità.
 Se interiorizzata, trasforma il nostro sguardo sul mondo: non esistono nemici, ma anime sorelle in cammino.
Allo stesso modo, Ahimsa – la nonviolenza – non è mera astensione dal male, ma azione ispirata all’Amore Divino, protezione del vivente, custodia della Terra.
Il canto come medicina spirituale
Cantare insieme il Mahā-mantra in un contesto sacro, immersi nella natura e sostenuti da una comunità consapevole, è un atto di guarigione.
 Guarigione della mente, del cuore, delle relazioni.
 Ogni suono vibrato è un seme di pace gettato nella coscienza collettiva.
Come recita il verso 5.29 della Bhagavad-gītā, che abbiamo letto insieme:

bhoktāraṁ yajña-tapasāṁ sarva-loka-maheśvaram
suhṛdaṁ sarva-bhūtānāṁ jñātvā māṁ śāntim ṛcchati

«Colui che Mi conosce come il beneficiario di tutti i sacrifici e di tutte le ascesi,
 il Signore supremo di tutti i pianeti e di tutti gli esseri, e l’amico di ogni essere vivente,
 raggiunge la pace.»

L’esperienza vissuta a Govardhan il 4 maggio è stata collettiva, profonda, luminosa.
 Ma ognuno l’ha vissuta in modo unico.
 Per questo, vi invito con il cuore a scrivere e condividere, anche con poche righe, come avete vissuto questo momento, cosa vi ha ispirato, cosa vi è rimasto dentro, per continuare a coltivare insieme una cultura della pace, del servizio e della consapevolezza spirituale.
Con gratitudine e speranza,
Marco Ferrini
(Matsya Avatar das)

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